Non Volevamo Fare Goldoni
L’esigenza di mettere in scena Goldoni è nata come una sfida che la compagnia si era prefissata,cogliendo l’occasione del trecentenario della sua morte.
Le opere goldoniane,infatti, sono sempre state oggetto di rappresentazione teatrale, diventando un repertorio familiare e facile da mettere in scena da tante compagnie.
Qui viene proposto in modo diverso, anche rischiando di farlo sbagliato...
FARLO O NON FARLO, FARLO O NON FARLO, FARLO O NON FARLO, SE NON LO FACCIAMO ORA, NON LO FAREMO MAI, SE NON LO FAREMO MAI NON SAPREMO MAI COME AVREMMO POTUTO FARLO
Da questo autore che li separa più di 300 anni; dopo così tanto tempo e di fronte a tanto materiale è chiaro che l’approccio si complica e il confronto diventa necessario e stimolante.
La messinscena vuole essere un avvicinamento critico senza prendere nessuna posizione, si vuole sottolineare la distanza generazionale tra chi ha scritto l’opera e chi la recita, ed è soprattutto di questo che si vuole parlare: della difficoltà di mettere in scena Goldoni che, allo stesso tempo,
diventa la necessità e lo stimolo per provarci.
Tre sono le opere scelte dell’autore:
La Trilogia della Villeggiatura, Gli Innamorati, La Locandiera.
Opere che vengono portate in scena con stili e metodi di recitazione differenti, dall’uso delle maschere, alla commedia classica, alla tecnica del doppiaggio cinematografico fino alla rappresentazione contemporanea.
La stessa lettura originale si riflette anche sullo spazio dove prende vita lo spettacolo, che non è esattamente un palco ma una pedana centrale, divisa in tre parti, che permette agli attori di giocare con lo spazio e con le varie dinamiche delle opere.
Permettendo così allo spettatore di avere più punti di vista da cui guardare gli attori e la scena.
Uno spettacolo dove si sperimenta e dove si abbandonano le impostazioni classiche dell'opera, per leggere un Goldoni diverso, attraverso stili e linguaggi che ci donano un'altra lettura a volte intensa, a volte tragica, a volte drammatica e a volte comica ed esilerante.
Da questo autore che li separa più di 300 anni; dopo così tanto tempo e di fronte a tanto materiale è chiaro che l’approccio si complica e il confronto diventa necessario e stimolante.
La messinscena vuole essere un avvicinamento critico senza prendere nessuna posizione, si vuole sottolineare la distanza generazionale tra chi ha scritto l’opera e chi la recita, ed è soprattutto di questo che si vuole parlare: della difficoltà di mettere in scena Goldoni che, allo stesso tempo,
diventa la necessità e lo stimolo per provarci.
Tre sono le opere scelte dell’autore:
La Trilogia della Villeggiatura, Gli Innamorati, La Locandiera.
Opere che vengono portate in scena con stili e metodi di recitazione differenti, dall’uso delle maschere, alla commedia classica, alla tecnica del doppiaggio cinematografico fino alla rappresentazione contemporanea.
La stessa lettura originale si riflette anche sullo spazio dove prende vita lo spettacolo, che non è esattamente un palco ma una pedana centrale, divisa in tre parti, che permette agli attori di giocare con lo spazio e con le varie dinamiche delle opere.
Permettendo così allo spettatore di avere più punti di vista da cui guardare gli attori e la scena.
Uno spettacolo dove si sperimenta e dove si abbandonano le impostazioni classiche dell'opera, per leggere un Goldoni diverso, attraverso stili e linguaggi che ci donano un'altra lettura a volte intensa, a volte tragica, a volte drammatica e a volte comica ed esilerante.
Per ridere e riflettere sul passato e sul presente.
Commenti