La Biennale-Arsenale e Corderie

Arsenale

Gocce di colore..vetro colato

Nicola Verlato

Daniele Galliano

Lygia Page

Padiglione Italia-Aron Demetz

Padiglione America Latina

(foto tratte da fonti web)

Se decidete di far visita alla Biennale di Venezia, armatevi di pazienza perchè l'impresa di vederla TUTTA, Giardini e Arsenale, non è da poco.
Ho sempre visitato i Giardini come prima cosa, bellissimi ma ad un certo punto si rischiava davvero di collassare per le tante, troppe cose che ci sono da vedere. Quest'anno quindi sono partita dall'Arsenale e devo dire che sono stata soddisfatta della scelta. Innanzitutto per lo spazio, bello, freddo, ma strutturalmente e architettonicamente devvero carico di fascino che ben si presta ad ospitare realizzazioni contemporanee.
La mole di opere è consistente ma non così snervante come ai Giardini; la novità di quest'anno è il Padiglione Italia che è stato ufficialmente trasferito all'Arsenale.
Di tutta l'Arsenale la zona italiana è senza dubbio tra le più belle, si abbandona l'aspetto cupo, quasi di disperazione che talvolta troviamo rappresentato dagli artisti stranieri per trovare maggior respiro, colore, pittura e fotografia nella zona Italia, anche se una nota di merito la devo dare anche al Padiglione America Latina, "molto oscurato" ma davvero originale gioca molto sulle profondità...(vedi ultime due foto)
Ogni sezione ti proietta in un ambiente diverso ad una sensazione ed emozione sempre nuova.
Interpreti le opere, ciò che vedi, per quello che ti possono lasciare, alcune più di altre sono chiaramente definite nel loro significato, altre invece sono un pò un enigma ed ognuno può decifrarle come meglio crede.
Il viaggio all'interno dell'Arsenale è stato piacevole, non troppo lungo un pò freddino, ma lo consiglio.
Andare a vedere queste opere, questi artisti, che hanno tanto da dire e lo fanno con tutti i mezzi che hanno a disposizione (dalla pittura, ai video, ad oggetti comuni rienventati e destinati ad altri significati ed usi ecc.) ci fa anche riflettere nel mondo in cui viviamo e di come la creatività per fortuna non sia morta ed è una della poche cose che rimane all'uomo per farsi sentire, ma non solo, è anche un mezzo per creare un mondo parallelo ed evadare dalla quotidianità.
Ad ognuno la propria personalizzazione.

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