Il mito di Orfeo per raccontare l'eutanasia

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Orfeo ed Euridice
Giacomo e Giulia
Una storia
Un amore
Una fine

Nell'atmosfera del Teatro di Villa dei Leoni di Mira, nella sera del 30 gennaio è andato in scena lo spettacolo di Cesar Brie  ORFEO ED EURIDICE.
Un lavoro maledettamente poetico e sincero.

Lo spettacolo narra, primo fra tutto, di un amore semplice e genuino. 
Una storia come tante, iniziata quasi per caso, con la curiosità di un bambino di fronte a qualcosa che non ha mai visto, con la purezza di un abbraccio, con la delicatezza di un bacio rubato.
Poi la vita si sospende, la morte guardinga s'avvicina come un ombra, quasi a soffocare e trattenere.


L'opera di Orfeo ed Euridice è una delle più emozionanti della mitologia greca - Orfeo, che col solo fascino del suo canto prova a strappare l’amata sposa Euridice dal regno dei morti, non riuscendoci - in questo lavoro si intreccia con due temi molto controversi del nostro tempo: l’accanimento terapeutico e l’eutanasia.


Cesar Brie porta in scena queste tematiche in modo semplice e poetico, con la delicatezza di una storia d’amore vissuta e sdoppiata su due livelli, quella della realtà e quella della mitologia, accostandoli e intrecciandoli nello sviluppo del racconto in una rappresentazione fluida. Lo fa grazie anche ai due attori – della compagnia Eco di Fondo – Giulia e Giacomo che rivestono in un palco spoglio più ruoli, oltre ai due protagonisti, alternandosi nei panni dei medici, infermieri, giudici, suore, estranei. Tutti con una loro personale opinione, tutti con un loro punto di vista, nessuno consapevole di ciò che vuole davvero la persona ferma in quel letto, inerte e invisibile.


Lo spettacolo scorre, mai pesante, mai invasivo, lo fa grazie ad una regia che sceglie di raccontare attraverso le immagini ancora prima delle parole e dei dialoghi, lo fa attraverso un vestito rosso, una camminata enfatizzata a rallentatore, la posa di una foto, l’inerzia del dolore.
Al contrario di Orfeo, Giacomo non tenta di strappare Giulia/Euridice dalla morte, piuttosto cerca di mantenere vivo e rispettato il suo volere, quello di non vivere attaccata ad una macchina, priva di ogni senso, indifferente se fuori ci sia il sole o la pioggia, indifferente nell'attesa del domani e nel sentire sulla propria pelle le emozioni. Giacomo/Orfeo, dopo 17 lunghi anni, ce la fa e Giulia/Euridice è libera di andare. Le due anime continuano a comunicare e i pensieri ritornano li, alla prima foto, al primo incontro e all’amore che esisterà oltre il tempo, al di là dei sogni.

“A te il dolore a me il nulla, a te il nulla a me il dolore…a noi l’amore”


Prossimo appuntamento in Teatro Villa dei Leoni di Mira è Venerdì 6 febbraio con "Orlando pazzo per amore".

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