Un Piccolo Mondo Alpino



Esistono due montagne: quella delle cartoline e quella reale.
I villeggianti e i montanari. Il bosco. Il silenzio. Il candore della neve.
Un comprensorio sciistico e l’umanità alcolizzata e muta che ci gira intorno.
Nessuno guarda le cartoline convinto di poterci restare per il resto dei suoi giorni.

Tuffarsi in un piccolo mondo alpino non è cosa semplice, anche perchè spesso si ha una visione stereotipata del villaggio di montagna: aria pura, genuina, gente semplice, felice del posto in cui è nata e cresciuta, paesaggi mozzafiato e la bellezza di stare "fuori dal mucchio" frenetico della quotidianità.
Ma, talvolta non è proprio cosi.
I Fratelli dalla Via ci donano un piccolo scorcio, una lente di ingradimento, su una, delle tante,  realtà che della montagna sembrano esserne più succubi che conviventi, più repressi che felici, la montagna cosi dannatamente immobile, difficile da amare, anche quando ci sei nato e cresciuto, dove il tempo sembra fermarsi, le vette donano un senso di immobilità, il tempo scorre uguale, se non per il l'alternarsi dei turisti.


Piccolo mondo alpino è un ritratto di famiglia, nata e cresciuta nel luogo natio che nutre profondi sentimenti di amore e di odio per una condizione, e una vita, a cui si sono adattati, quasi per forza e a cui non sono stati capaci di sottrarsi, vivendola sempre più disperati, rassegnati e arrabbiati.

Si ride anche con Piccolo mondo alpino, si riflette e si sta anche un po male, per quel dolore, quel vicolo cieco che sembra non avere uscite. Impossibilitati nel cambiamento, mal adattati nella quotidinaità, rassegnati a un triste destino.

La montagna, immobile, che tutto guarda con debita distanza, che accoglie ma allo stesso tempo, se si arrabbia, non perdona.



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