Perdersi per Tebe con Oedipus

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Sono andata a vedere Oedipus di Robert Wilson una sera d’autunno di ottobre, non potevo perdere l’occasione di assistere all’ultimo lavoro del regista a due passi da casa, proprio in Veneto e proprio al TeatroOlimpico del Palladio di Vicenza. La straordinaria scenografia fissa che l’architetto Vincenzo Scamozzi progettò per completare il Teatro Olimpico rappresenta proprio Le 'sette vie di Tebe' pensate apposta per l’Edipo che nel 1585 inaugurò in grande stile questo splendido monumento, rivivono 433 anni dopo, in una nuova algida e ritualizzata della tragedia sofoclea.

Le esperienze teatrali che dona Wilson allo spettatore sono sempre oniriche. 
L’idea di andare a vedere un suo lavoro e assistere a qualcosa di “logico e chiaro” toglietevela dalla testa, perde di efficacia, in questi spettacoli non dobbiamo "capire niente" ma lasciarci trasportare dall’atto scenico in sé.
Wilson ha la capacità di dirottare lo spettatore in un altro pianeta, nei suoi lavori, come nel caso di Oedipus non è tanto “il dialogo” a farne da padrone ma l’immaginario scenico. La lingua diventa una musica, si parlano cinque lingue diverse: inglese, italiano, tedesco, greco, francese. Sfido ad avere in sala uno spettatore poliglotta a 360 gradi, ma la bellezza che ne scaturisce da questo sovrapporsi di idiomi e musicalità è ipnotica.


Culto dell’immagine, bellezza dei corpi, il mondo che ne nasce è un insieme di prospettive, musicali, performative, che parlano per azioni e immagini, attraverso l'uso di materiali naturali come il legno, i metalli e i fasci di rami che danno un gusto aracaico e fuori dal tempo allo stesso modo.
Oedipus, narra attraverso il simbolismo, che tocca la psiche umana più profonda, risvegliando l'archetipo, che può essere raccontato in un unico modo tangibile, attraverso un immaginario che costruisce una serie di elementi chiave per poter accedere alla storia del mito. 

Esperienza da fare.

Prossime date nel 2019!


Tratto da Oedipus Tyrannos di Sofocle
Ideazione, spazio scenico, disegno luci e regia di Bob Wilson
Interpreti: Mariano Rigillo, Angela Winkler,
Dickie Landry (sax), Michalis Theophanous,
Alexis Fousekis, Meg Harper, Kayije Kagame, Casilda Madrazo
con la partecipazione di Alessandro Anglani,
Marcello di Giacomo, Laila Gozzi,
e con Emanuele D'Errico, Francesca Fedeli,
Annabella Marotta, Gaetano Migliaccio, Dario Rea, Francesco Roccasecca, Beatrice Vento (della Scuola del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale)
Co-regia: Ann Christin Rommen
Musiche originali: Dickie Landry e Kinan Azmeh
Costumista: Carlos Soto
collaboratore scenografo è Annick Lavallée – Benny
collaboratore al disegno luci è Solomon Weisbard
la drammaturgia è di Konrad Kuhn
Traduzione originale in versi di Ettore Romagnoli (1926) e Orsatto Giustiniano (1585)
Un progetto di Change Performing Arts commissionato e coprodotto da Conversazioni | Teatro Olimpico Vicenza, Teatro Stabile di Napoli–Teatro Nazionale

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