10 MINIBALLETTI - per una ricognizione del movimento
foto di Claudia Pajewski
Il corpo viene messo
alla prova prendendo in prestito i principi della termodinamica passando dalla
plasticità ginnica alla dinamica più vaporosa ed effimera. Tra contorsioni e
sforzi asfittici si innesca uno scambio respiratorio che mescola i volumi tra
corpo e spazio, tra scena e pubblico in una geografia mobile, sospesa e decisa,
fluttuante e depositata. (collettivocinetico.it).
Con l'arrivo del Festival Prospettiva Danza e Teatro a Padova, diretto da Laura Pulin si respira quell'aria frizzantina di contemporaneo e innovativo che spesso qui in città manca. Tra i tanti nomi presenti in cartellone non ho potuto mancare allo spettacolo 10 MINIBALLETTI de Colletivo Cinetico.
Il palcoscenico vuoto, sul fondo un cumulo di piume bianche e
un ventilatore, attende lo spettatore.
Franscesca Pennini entra in scena da dietro la colonna avvolta in una
tutina rossa, coda alta, frangetta, un miniregistratore in mano che riproduce
il suono del vento.
Ci troviamo di fronte uno spazio vuoto e un corpo in scena
pronto a ripercorre in un atto quasi di ricognizione archeologica ciò che è rimasto di un cumulo di coreografie ripescate dal vecchio quaderno delle elementari dove la danzatrice ha elaborato
e scritto decine e decine di coreografie mai eseguite sin da quando era piccina. Un atto di coraggio, riprendere in mano qualcosa dal passato, guardalo e osservarlo con sguardo critico e con occhio benevolo; certo negli anni si cambia, si matura, e chissà quante cose che ripescate dal passato - come delle vecchie foto, scritti, annotazioni - parlano di un "noi" che non c'è più e che alle volte facciamo fatica a ricordare o a comprendere.
Ecco nello spettacolo il coraggio di ritrovarlo, di comprenderlo e di ri-interpretarlo. Per ogni coreografia la Pennini (che è anche la stessa regista e chiaramente coreografa) segnala il grado di
difficoltà, gli elementi chiave della coreografia, come entrare
e uscire dalla scena e la musica da utilizzare.
Lo spettacolo fa vedere i possibili movimenti del
corpo, sul piano sagittale, circolare, gravitazionale, in bilico tra geometrie
e turbinii attraverso i movimenti di riscaldamento (che ci rimandano molto allo yoga), portando lo spettatore in un vortichio di coreografie che dimostrano le diverse movenze e
intenzioni del corpo a seconda di come e dove lo si voglia direzionare su musica barocca e classica.
Correnti e bufere, ventilatori e droni che danzano sulla voce della Callas, uccelli e grand-jeté
diventano allegorie sul legame tra coreografia e danza in un'indagine che
rimbalza tra la ripetibilità del gesto e l'improvvisazione, tra la
scrittura e l'interpretazione. Quante varianti e letture si possono dare ed eseguire di una stessa coreografia?
Una padronanza ineccepibile del movimento e del corpo, una armonica
leggerezza che fa incantare lo sguardo, assaporare ogni momento
regalando l'illusione che ogni gesto da lei interpretato abbia una
natura estremamente semplice, facendoti uscire dalla sala con la voglia di cimentarti in qualche grand-jeté o capovolta...ecco...non fatelo!!!
PALCOSCENICO: SAN GAETANO – CENTRO CULTURALE DI PADOVA
Visto al Festival PROSPETTIVADANZATEATRO di Padova
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