Il Museo Internazionale della Maschera - Amleto e Donato Sartori

C'e un piccolo gioiello custodito nella cittadina termale di Abano Terme che e' il Museo Internazionale della Maschera di Amleto e Donato Sartori. Le maschere che si trovano in collezione custodite gelosamente (vietato fotografare) sono maschere teatrali della commedia dell'arte utilizzate e volute da personaggi del panorama teatrale come Dario FoGiorgio Strehler.



Il museo, un antica villa in stile veneziano, disposto su due piani (al primo e secondo c'e' la collezione permanente, mentre al piano terra lo spazio e'dedicato alle mostre temporanee). Sono circa 2.000 opere, le più significative costituiscono il nucleo centrale del Museo.Maschere realizzate in diversi materiali (legno, cuoio, metalli e altro), sculture, costumi teatrali, accessori, calchi in gesso e terracotta, fusioni in bronzo, microfusioni, progetti, disegni preparatori, materiale espositivo e didattico inerente alle tecniche di elaborazione delle maschere documentano l’opera grafica e pittorica dei due scultori. Una vera e propria immersione in ambito teatrale coadiuvata dall'atmosfera affascinante zone un po più scure, con le quinte nere, che ricrea lo spazio raccolto e intimo del teatro.

Al primo piano troviamo invece una concentrazione molto peculiare e di un certo fascino delle Strutture Gestuali un connubio di maschera e scultura. L'impatto e'senza dubbio molto intenso, questo tipo di scultura(mezzi busti appesi di corpi nudi) prendono vita durante il seminario-laboratorio tenutosi nel 1976 a Mirano,  nell’ambito del decentramento della Biennale di Venezia con la collaborazione degli operai e delle maestranze operanti nelle inquinatissime fabbriche del circondario. E' poi nel 1980 con l’importante appuntamento della Biennale – Teatro diretta da Maurizio Scaparro che queste strutture gestuali diventano una nuova forma e concetto scultureo. Per il Carnevale di Venezia, fece sì che proprio in quell’ occasione Donato Sartori creò una serie di Strutture Gestuali negli spazi del teatrino di Palazzo Grassi che sarebbero state inserite nella grande performance di Piazza S. Marco citata comeMascheramento Urbano. 


In mostra temporanea ho avuto la fortuna di trovare l'allestimento SAMURAI- maschere e golem tra due culture a cura di Paola Pizzi e Walter Valeri. Lo scultore Roberto Nottoli ha  ricreato le maschere dei Samurai e gli antichi Golem giapponesi, utilizzando scampoli di stoffa, vecchie cinture, rubinetti arrugginiti, guarnizioni dismesse, bulloni e frammenti di metallo solitamente destinati al riciclaggio.Nelle stanze del museo i visitatori possono rivivere il sacro rullo dei tamburi, lo scintillio delle scimitarre, l’eco di feroci battaglie, scontri fulminei che si concludevano in sanguinosi corpo a corpo, oppure  il ghigno dei signori della guerra e gli irsuti demoni a cui si appellavano. Suggestive.


Il museo e' aperto non tutti i giorni non tutte le mattine e in orari tardo pomeridiani, merita sicuramente una visita (anche più di una) se sei sopratutto un amante del teatro e delle arti sceniche. Oltre ad essere sede mussale, e' anche un vivace laboratorio artistico che ogni anno organizza workshop sulla maschera non solo per professionisti, ma anche laboratori per bambini e ragazzi.

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