La discesa nell'oscurita' di Castellucci e il teatro di parola di Dafoe - in scena per la Biennale Teatro 2025
La seconda tappa per la Biennale Teatro mi porta all'isola del Lazzaretto Vecchio per I MANGIATORI DI PATATE di Romeo Castellucci
Una densa discesa nell'oscurita' la performance ideata da Castellucci per la Biennale Teatro 2025. Il luogo spettrale che la ospita e' lo spoglio Lazzaretto Vecchio, edificio compatto, vuoto e silenzioso dove la performance prende vita e la riporta all'interno dei lugubri e lunghi corridoi che imbocchiamo in penombra guidati da una torcia.
Dotazione tappi per le orecchie, attenzione a dove si cammina, stare compatti.
Come uno spettacolo itinerante, veniamo guidati tra una serie di varchi che si aprono al nostro sguardo, ognuno contiene un sacco nero con dentro un corpo che esegue piccoli movimenti, come a ricordare che forse c'é' ancora della vita li racchiusa. Continuiamo fino ad arrivare ad un altro varco, piu' oscuro, una foschia aleggia nella stanza, c'é' qualcosa ma non si riesce a intravedere. Cala successivamente un buio totale, si alza un vento pazzesco, da togliere il fiato, il suono diventa viscerale e altissimo.
Sei li immobile, in questo vuoto, potresti essere da ogni parte del mondo, nella profondita' della terra, o la fine del mondo potrebbe essere arrivata, non importa, il senso di angoscia e' forte e me lo vivo proprio paralizzata sul punto in cui sono arrivata. Immobile.
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Foto Andrea Avezzu |
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Foto Andrea Avezzu' |
“I MANGIATORI DI PATATE”. Di Romeo Castellucci. Musica e voci Scott Gibbons, Oliver Gibbons. Dramaturg Piersandra Di Matteo. Con Luca Nava, Sergio Scarlatella, Laura Pante e con Vito Ancona, Jacopo Franceschet, Marco Gagliardi, Vittorio Tommasi, Michela Valerio. Direzione tecnica Eugenio Resta. Sculture e macchina Plastikart Studio – Amoroso & Zimmermann. Tecnica del palco Andrei Benchea, Stefano Valandro. Tecnica dei suoni Claudio Tortorici. Tecnica elettrica Andrea Sanson. Ingegneria Paolo Cavagnolo. Direzione della produzione Benedetta Briglia. Produzione Caterina Soranzo. Organizzazione Giulia Colla. Realizzazione costumi Carmen Castellucci, Francesca Di Serio.
Risaliamo in "terra ferma" verso l'Arsenale per incontrare il lavoro NO TITLE - un omaggio al regista Richard Foreman - il cui testo "No Title", appunto, viene ritrovato nella sua casa, dopo la sua morte, scritto a mano su 640 cartoncini.
No Title ( An Experiment) prende vita al Teatro Tese dei Soppalchi in Arsenale ed e' dunque la sfida che William Dafoe ha lanciato a Simonetta Solder, attrice teatrale italo-austriaca.
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ph Andrea Avezzu' |
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ph Andrea Avezzu' |
Dice Dafoe:
«La cosa che mi ha colpito di Richard è che a volte trascriveva semplicemente a mano le frasi che lo interessavano, che gli risuonavano o lo incuriosivano», «Prendeva tutte queste frasi, le tagliava e le incollava senza alcun senso del personaggio o della messa in scena, e ne faceva un’opera teatrale».
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ph Andrea Avezzu |
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