Dall'Amleto agli Ultracorpi - I Sacchi di Sabbia e le loro diverse realtà
Serata particolare quella che ci offre la compagnia Sacchi di Sabbia,al Teatro Villa dei Leoni di Mira (Venezia), in un evento no-stop lo spettatore viene dapprima introdotto nelle
atmosfere shakespeariane con lo spettacolo "GROSSO GUAIO IN DANIMARCA" per poi essere
lanciato nella breve e alquanto originale performance di "GLI ULTRACORPI".
Col primo lavoro assistiamo ad un caso di omicidio che si
aggira in modo piuttosto ampio ma circoscritto attorno alle vicende dell’Amleto. In
scena si trovano i due attori Marco Azzurrini ed Enzo Illiano che diretti da
Angelo Cecelli rappresentano con la loro ironica comicità e la destrezza di
linguaggio questa storia piuttosto intricata che ha però un punto fisso:
affrontare con leggerezza l’Amleto attraverso personaggi secondari legati
comunque a lui in modo indiretto.
Il risultato è uno spettacolo semplice, fresco e
divertente che si sviluppa attraverso il racconto di questi due loschi
personaggi che vengono
interrogati su vicende poco chiare che ruotano intorno alla misteriosa morte di
Rinaldo, il compagno di Laerte in Terra di Francia. Ma cosa c’entra questo
delitto con le vicende dell’Amleto?
La compagnia ha
voluto affrontare la tematica dell’Amleto, portandolo in scena ma in modo
indiretto, quindi “togliendolo dalla scena”, e affrontandolo con estrema ironia
e leggerezza attraverso una riflessione sulla “messa in scena” sia teatrale che
di vita.
Con il secondo
spettacolo invece ci imbattiamo in una “performance” di breve durata con
protagonisti Enzo Illiano e Gabriele Carli ne Gli Ultracorpi.
Il lavoro si
rifà al film Ultracorpi e il libro di Jack Finney, L’invasione degli
ultracorpi. Immaginate due esseri di origine aliena “nudi” che si risvegliano
in due corpi di origine umana che normalmente non abitano. La difficoltà di
interagire con la loro materia e abituarsi al loro status umano non sarà dei
più semplici. Il primo si schiude in una tipologia umana delle più “terribili”
l’ultrasensibile, mentre il secondo si ritrova in un corpo non molto reattivo.
Il binomio ha dei risvolti davvero comici e originali anche perché la compagnia
sceglie di far parlare questi due alieni in due lingue “sconosciute”
proiettando alle loro spalle i sottotitoli, il tutto condito da un sottofondo
musicale più che mai riuscito: l’Aida.
La compagnia sembra voler mettere in scena il tema
del doppio, che è un argomento che richiama molto la condizione del teatro, dei
sosia, portando la lente d’ingradimento sul concetto di identità, che
caratterizza l’essere umano sin dalla nascita.
Per maggiori curiosità sugli spettacoli e la compagnia leggete l'intervista!
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