IAGO di Roberto Latini all'Opera PRIMA Festival

Passo periodi dove non vedo nulla a periodi in cui condenso occasioni di visioni sparse e dove in qualche modo recupero quello che durante l'invernata sono stata costretta a perdere o mi sono persa.  

Il mio giugno a spettacoli l'ho iniziato giovedì 27, in una delle serate più' afose del mese sono partita alla volta di Rovigo per il mio appuntamento, quasi immancabile, all'Opera Prima Festival. Quest'anno sono riuscita ad organizzarmi  solo per uno spettacolo ma che si e' rivelato denso, lo spettacolo in questione e' Iago di Roberto Latini svoltosi al Teatro Sociale di Rovigo.

Ci accodiamo in sala e si spengono dopo poco le luci. Un ingresso al buio, quello di Latini, dove arriva prima la parola del corpo, dal fondo della platea avanza e circumnaviga lo spazio con passo sicuro, in questo incontro ravvicinato tra l'attore e lo spettatore, Latini ci invita ad osservare e ad ascoltare quest'opera come una delle numerose possibilità' di lettura dell'Otelloda sempre ritenuta la tragedia della parola, dove parola è strumento ed oggetto, vista in tutte le sue possibilità. Essere attraverso la voce, in un alternanza di modi differenti di farla risuonare.  Una performance originale, definita nel programma di sala un “concerto scenico con pretesto occasionalmente shakespeariano, per voce dissidente e musica complice”, Latini porta in scena i momenti cardine della vicenda, utilizzando un linguaggio moderno. L'attore ondeggia davanti ad un microfono doppio e da suoni elettronici, riproduce vocalmente i personaggi di Brabanzio, Roderigo e Cassio, in tono a volte suadente, alle volte caricaturale, passando ad intonazioni più pacate e insidiose a seconda del personaggio che racconta. Una scena che si riempie del gioco della parola.

Iago dunque e' un opera per voce sola, una voce amplificata. Iago diventa un piccolo concerto scenico sulle "note di Shakespeare".  Uno studio sulle molteplici possibilità' sonore della voce, della parola e della sua capacita''di tacersi in un confine tra dare un senso e il suono. Il fondale rosso rubino incornicia la sua figura che gravita al centro del palco, si relaziona tra l'asta del microfono e la giacca lunga, come un cantante su un palco, gesti ritmici di mani e piedi che diventano essi stessi parte del personaggio e della mise in opera di uno Shakespeare molto rock.


IAGO
di Roberto Latini e Gianluca Misiti
con: Roberto Latini

durata: 50 minuti

musiche e suoni: Gianluca Misiti
luci: Max Mugnai

produzione: Compagnia Lomabardi Tiezzi

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