IMITATIONOFDEATH - Per una comunicazione tra anime
Seduta sul divanetto del Piccolo Teatro
Studio di Milano, una domenica pomeriggio, il 18 novembre, decido di
intraprendere un viaggio assieme a tanti altri come me, incuriosita e
affascinata dal lavoro di questa giovane compagnia Ricci/Forte e i suoi
sedici performer Cinzia Brugnola, Michela Bruni, Barbara Caridi, Chiara Casali,
Ramona Genna, Fabio Gomiero, Blanche Konrad, Liliana Laera, Piersten Leirom,
Pierre Lucat, Mattia Mele, Silvia Pietta, Andrea Pizzalis, Claudia Salvatore,
Giuseppe Sartori, Simon Waldvogel, che portano in scena ormai da due settimane,
prima a Roma e ora qui a Milano, IMITATIONOFDEATH.
Osservo la sala, gremita di gente, di
diverse fasce d’età e questo mi rallegra e mi stupisce allo stesso tempo. Non
trovo la schiera di soli adolescenti come avevo letto più volte, ma gente
adulta, giovane e meno giovane, unita tutta da un senso comune di scoperta e di
curiosità verso questo lavoro che ha fatto parlare e discutere.
Un palcoscenico vuoto
L’aria è densa di respiri e una musica
s’impregna sottopelle
Seminudi e con vertiginosi tacchi alti
Sedici corpi scrivono una storia
Tante storie, le loro, le nostre, quelle
che abbiamo smesso di ascoltare, quelle che fatichiamo ad accettare.
Imitationofdeath è uno spettacolo corale, una
condivisione di emozioni, sentimenti, stati d’animo indagati dai performer che
portano in scena storie intime e personali per arrivare dritte allo spettatore,
che dopo un iniziale stordimento, non si sente più tale, ma si sente partecipe
di quel dolore, di quella ilarità, di quelle domande e di quei perché che
troppo spesso ci facciamo solo a noi stessi e che difficilmente trovano una
risposta.
Quanto siamo disposti a scoprire di noi?
Di cosa abbiamo paura?
Siamo spettatori o
protagonisti della nostra vita?
Basta solo respirare per considerarsi vivi?
Il nostro corpo parla? O le parole hanno
creato una barriera sicura dove la nostra fisicità si è adagiata tanto da non
percepirla più?
Imitationofdeath è un omaggio alla vita,
dove a parlare è fondamentalmente il corpo.
Un corpo sudato, affaticato, stanco,
energico, sofferente, eccitato.
Un corpo che ci racconta attraverso le
azioni più diverse, un vissuto che ci suona familiare che testimonia qualcosa
che nonostante tutto ci appartiene.
I sedici performer mettono
in scena un malessere comune che ci rende simili in una società che è fatta di
recriminazioni, limitazioni, ben pensare, dove si ostenta il bello, il culto
estetico, la giovinezza. Imitationofdeath ci ricorda che invece siamo umani,
imperfetti, con tante storie, con un corpo che parla molto spesso al posto
nostro e con un bisogno naturale di comunicare e di condividere col prossimo.
Prima o poi tutto questo finirà e
rimarranno solo gli oggetti che abbiamo usato, comprato, collezionato...e
racconteranno di noi.
Cosa parlerà di voi alla fine di questo
viaggio?
“Ogni giorno subiamo delle piccole morti:
compromessi, abdicazioni a ideali che erano in noi fin dall’adolescenza,
fallimenti, frustrazioni per rapporti che si concludono, tutte quelle cose che
non riescono a farci reagire”.
Il prossimo next stop è: CSS
Teatro Palamostre | UDINE | 30 November + 1 December 2012
Se volete maggiori dettagli e curiosità, leggete l’intervista a Stefano Ricci, il regista.
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