FuturiTeatrali al Festival delle nuove creatività Lombarde
Diciamoci la verità, utilizzo la scusa di andaremene per festival e spettacoli solo perché ho l'occasione di lasciarmi tutto alle spalle, di partire e di catapultarmi in altre realtà, città, situazioni e non ne sono mai stanca.
Questa volta l'occasione è stata Ritorno al futuro/Festival delle nuove creatività Lombarde, organizzato dall’Associazione Etrè, che è approdato alla seconda edizione nel centro città di Brescia dal 21 al 23 maggio!
L’iniziativa
nasce dalla volontà di 6 residenze teatrali, parte di Associazione ETRE, di
promuovere il lavoro di ricerca degli artisti lombardi dando loro un’occasione
di visibilità e confronto, al fine di supportare le giovani compagnie emergenti
nella produzione e nella circuitazione di nuove opere, in particolare
attraverso il lavoro di residenza produttiva.
In questo contesto nuovissime compagnie hanno avuto
l’opportunità di portare in scena il loro lavoro, presentate a loro volta da
una compagnia “over”, che ha rivestito un po’ le veci di madrina.
Cosi Residenza
Teatrale ILINXARIUM ha presentato RAFFAELLA AGATE con La mia gamba sinistra; Residenza IDra ha presentato C&C COMPANY con Tristissimo; Animanera
ha presentato PIETRATeatro
con SENSO; Teatro Magro ha presentato Luilebaciò con Gradi Kaelvin; Associazione K. / Manifattura K. ha presentato
CAMPOVERDEOTTOLINI con DI A DA; teatro in-folio ha presentato LA CONFRATERNITA DEL CHIANTI
con La Bottega del Caffè.
Tre giornate intense d’incontri e
scoperte.
Nei miei viaggi un po’
rocamboleschi, a Brescia sono arrivata e me ne sono tornata nella serata del
22 maggio (una toccata e fuga) ma ho avuto la fortuna d’imbattermi in due lavori
ancora acerbi ma promettenti.
Alle 20.30 va in scena SENSO della compagnia PietraTeatro un piccolo
spettacolo per pochissimi spettatori (7 come 7 erano gli attori). Prelevati
alla Residenza Idra siamo stati portati all’interno dello spazio teatrale, dove
abbiamo lasciato borse, giubbetti e scarpe. I piedi scalzi sono il primissimo
passaggio che permette di “attivare” il senso del tatto, con-tatto con la
terra, il pavimento freddo fa ricorrere alla mente la sensazione di
primordialità, avvertita passo dopo passo, avanzando in una penombra costante
che costringe ad abituare l’occhio alla quasi cecità e ad affinare l’udito che
si porta più attento non sapendo cosa sta succedendo attorno.
Corpi, lenzuola, il rumore dell’acqua, “l’obbligo” a fidarsi a lasciarsi andare, a farsi
accompagnare in un percorso inconsueto.
Sicuramente coraggioso lo studio
proprio per l’intimità che si crea tra il pubblico e l’attore, aggiustato
potrebbe regalare allo spettatore momenti davvero unici e personali, un
incontro ravvicinato con i propri sensi in un percorso di fiducia.
Lo zero dei gradi kelvin è lo
zero assoluto.
Cosa succede quando siamo
travolti dagli eventi, dagli impegni, dalla…vita? Non ci accorgiamo nemmeno che
stiamo vivendo, la fretta ci consuma, una corsa continua verso interminabili
obiettivi, punti d’arrivo che una volta raggiunti cambiano, si modificano,
lasciano spazio ad altro fino…fino alla fine appunto. Un patchwork, un lavoro a
più mani che intassella punti di vista, azioni, visioni. Cosi Luilebaciò si
battezza alla scena con questo spettacolo che racconta del tempo, spesso troppo
scontato, usato male, insufficiente o abbondante, dipende dai punti di vista.
Ancora in fase evolutiva questo piccolo lavoro promette davvero bene.
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