Anagoor- Fortuny


Una chiesetta, piccola, a pianta ellittica.
Poca luce, fumo e ai lati i banconi dove poter prendere posto.
Gli attori sono già in scena, in mezzo alla scena, l'unica scena dove si muovono, fanno riscaldamento, indossano solo un paio di mutande.
Musica inquietante in sottofondo e fumo...ancora tanto fumo.
Si è per un momento confusi e quasi smarriti in questo piccolo spazio.
I corpi in scena continuano a muoversi, lentamente, non fanno caso al pubblico seduto, non c'è un inizio e forse nemmeno una fine se ci penso bene.
Lentamente, delicatamente cominciano a vestirsi e, seguendo una donna, La Fortuna, iniziano a comporre forme di Tai-Chi, ognuno col suo ritmo, chi più veloce, chi più lento, chi più svogliato chi più preciso.
E si guarda.
Si guarda questa composizione di corpi che si muovono e che poi abbandonano la scena, senza nemmeno avere il piacere di applaudire.
Si, applaudire un vero elogio all'estetica.

Prima assoluta della performance degli Anagoor con Fortuny, all'interno del Bassano OperaEstate.
Lavoro originale che incrocia teatro, performance ed arte, rievocando il mito della fortuna ed ispirato per l'appunto alla grande figura di Mariano Fortuny.

E' sempre un pò difficile, raccontare gli spettacoli di questa compagnia, che comunica principalmente attraverso linguaggi simbolici che si rifanno, quasi sempre, all'arte figurata. Dico che è difficile parlarne perchè è un teatro fatto nettamente di emozioni, non c'è una trama, ma spesso sembra quasi di vedere una grande opera pittorica che prende forma e che trasporta lo spettatore all'interno della figurazione estetica.
Da vedere.

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