MARITI di IVO VAN HOVE
Sospesi tra cinema e teatro
Un teatro per la regia di Ivo van Hove.
Il Teatro Storchi a Modena, per l’ottava edizione di Vie Festival, presenta il lavoro di questo regista belga che riprende il film di
Cassavetes, del 1970, e ne esplora i risvolti psicologici dei suoi
protagonisti attraverso le dinamiche teatrali influenzate da un formato
cinematografico.
Una storia semplice, tre amici si ritrovano dopo anni per dare l’ultimo
saluto ad un loro caro amico, morto prematuramente.
Il funerale è l’occasione d’incontro/scontro di queste tre
persone che affogano le loro paure, ansie e frustrazioni in un tour di alcool,
fumo, donne e gioco mettendosi a nudo e facendo un lavoro introspettivo sulla
loro vita e le loro relazioni personali.
Due ore di spettacolo in olandese, con sottotitoli in
italiano, che mi hanno divertita,
affascinata e
stupita, grazie ad una regia alquanto originale.
Ogni attore era dotato di una piccola videocamera che
permetteva così di sperimentare un linguaggio molto più cinematografico che teatrale. Infatti era possibile passare da un punto di vista all’altro, vedendo
attraverso gli attori il loro personale punto di vista rendendo particolarmente partecipe il pubblico, che tramite due maxi schermi
poteva seguire a propria discrezione l’angolazione che più preferiva.
La storia si poteva “vivere”a 360° e si poteva cogliere ogni
espressione del viso degli attori addentrandosi maggiormente nelle loro
vicissitudini esistenziali.
La scenografia giocava molto con lo spazio. Prima era un luogo
aperto poi in una stanza chiusa che raccoglieva le dinamiche della storia.
Bravi e convincenti gli attori e le musiche non potevano
essere più indicate.
Quando possiamo dire di conoscerci davvero?
Di cosa abbiamo più paura?
La morte, a volte, porta le persone a confrontarsi con se
stesse e le relazioni
che ha coltivato fino a quel momento, portandole poi a fare
scelte completamente radicali.
Visto a VIE FESTIVAL 2012 MODENA
25/05/2012
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