DancedanceDance

Oggi è la giornata Mondiale della Danza, come l'amore per il Teatro anche questa forma d'arte ha sempre suscitato in me un profondo interesse e coinvolgimento, tanto che nell'ultimo periodo della mia vita mi sono interessata più a quest'ultima; vuoi per il linguaggio e la ricerca corporea e scenica e per una drammaturgia del corpo che molte volte sta solo ed esclusivamente negli occhi di chi guarda e interpreta.

Ho sempre avuto il pallino della danza, sin da piccola volevo frequentarne un corso, ma non abitando in una grande città la scelta di mia madre fu molto più pratica e a km0, cosi fini iscritta a Pallavolo. Ci giocai anche per parecchi anni, uno sport che mi è sempre piaciuto ma, come capirete, lasciò in me qualcosa di irrisolto e latente.
Forse per questo a distanza di 30 anni, spinta un po anche dalla sorella naturopata, mi sono iscritta al mio primo corso di danza, scelsi la danza sensibile, non ci fu un motivo particolare, cercavo qualcosa che mi permettesse di indagare le espressioni del corpo ed ero sicura che una danza più "libera" e meno ortodossa avrebbe fatto al caso mio.

Praticavo yoga e lo insegnavo da alcuni anni, diedi per scontato che muovendomi tutti i giorni col corpo non avrei avuto grossi problemi ad approcciarmi a questa disciplina.
Mai pensiero fu cosi sbagliato.

La danza ebbe su di me un effetto estraniante: mi resi conto che non sapevo muovermi e faticavo a "sentirmi"  dentro il movimento, anche in un piccolo gesto spontaneo. Fu come scoprirsi sorda e realizzare questo ebbe l'effetto di ricevere un pugno in faccia.

Ad ogni lezione c'era sempre qualcosa di nuovo che scoprivo e più andavo avanti nel percorso più mi rendevo conto che lo yoga mi aveva donato negli anni la forza, costruendomi attorno una corazza, forgiata di tante tecniche mentre la danza, beh, la danza mi stava spogliando di ogni difesa.
Fu molto difficile, a tratti frustrante, alle volte mi sentivo una aliena a muovermi sul palcoscenico, piena di incertezza, di fragilità;  fu un amore sofferto, alle volte di odio, di delusione, certe volte di sconforto e conquista. 
E proprio come tutte le cose più sofferte, non facili, è stato un periodo di terapia efficace.

Come diceva la grande Pina Baush:

Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza.

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