Yoga e Teatro - Simbolismi del rito

 Ruth St Denis - metà attrice e dantrice già nel 1907 portà influenze indiane/mistiche nella sua arte

Il venerdi ha lo yoga in bocca!

Come avrete capito mi piace trovare analogie tra il teatro e lo yoga, rimane un tarlo e una ricerca costante.
L'uno a sostegno dell'altro, creare una metodicità che porta a coltivare la creatività e l'ascolto propriocettivo del corpo per arrivare alla scena.

Nel mio piccolo, creare una lezione di yoga, è un po come scrivere un pezzo per uno spettacolo:  individuo il tema centrale, osservo se posso creare un percorso di accompagnamento, una "drammaturgia della sequenza", sviluppo il tema e arrivo poi  all'epilogo (savasana).

Pur rimanendo traccia scritta della lezione e dell'intenzione che voglio dare a quella pratica, essa cambia di vissuto a seconda da chi viene osservata, percepita e sperimentata, dando sempre dei risultati differenti e sensazioni diverse.

Possiamo dire che "l'arte" di creare una sequenza vive spesso di quello che vive lo spettacolo dal vivo e della sua fruizione, dell'iterazione col pubblico/praticanti, del propio stato d'animo (sempre diverso) e dalle energie che percepiamo durante l'esecuzione; ma vive anche di ricerca, di scambio e sinergie continue con tutto ciò che ci circonda.
Questa similitudine mi accompagna spesso, forse perchè di teatro sono sempre stata malata, ma sento qualcosa di analogo alle volte.
Lo spazio "sacro" che ospita il vissuto della pratica mi ricorda lo spazio di attesa - a luci abbassate - d'inizio spettacolo; la "magia" che succede quando si pratica, di estraneamento da ciò che è esterno, là fuori, e la totale presenza nel momento che si vive in quel preciso istante, dove tutto si svolge, rapiti, come quando si sta vivendo uno spettacolo.

Anfiteatro del Venda- Galzignano (Collie Euganei)


La ripetitività non è sempre indice di atto ugale a se stesso: sia nella Scena sia nello Yoga.

Quando propongo la stessa lezione a gruppi diversi, cambia il modo di essere fruita e sperimentata, questo perchè cambiano le persone a cui viene proposta la pratica e cambi anche tu che la proponi, mai uguale a te stesso. 
Ogni persona, anche quando ci si riferisce a un gruppo - ad una classe che è abituta a lavorare assieme - viaggia dopo un pò nella medesima direzione. E' per questo che spesso anche se la pratica dello yoga è individuale è fondamentale il gruppo che "sostiene" la pratica in sè, come rito, perchè diventa un atto di condivisione.

Il teatro pur essendo un rito collettivo è in realtà molto personale, parlo principalmente da spettatore, coltivare la pratica dell'osservazione, dell'ascolto, della proiezione di se sul palcoscenico rende la fruizione della vita stessa rinnovata.
Un linguaggio, quello delle arti dal vivo e quello dello yoga ricco di simbolismi, che a mio avviso aiutano a rendere le pratiche ancora più personali ed efficaci, da plasmare sul proprio vissuto a seconda di cosa si sta cercando.

Bibliografia:
L'arte segreta dell'attore - E. Barba/N. Savarese

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