Yoga e Teatro - Simbologia delle mani

Un altro tassello che avvicina il teatro allo yoga sono...le mani!

Strumento prezioso e incisivo nella nostra quotidiana comunicazione, ma anche in ambiti più "artistici" come, appunto, nel teatro e nello yoga, ove incontriamo diverse similitudini con utilizzi ed intenti anche differenti, ma che cotruiscono un alfabeto di immagini e "suoni" pronto per essere assimilato, osservato e interpretato.

"Le mani sono loquacissime, lingue le dita, clamoroso il silenzio." (A. Cassidoro)
Khatakali K.N. in una dimostrazione di Mudra
A differenza del contesto in cui incontriamo questi gesti delle mani i significati cambiano uscendo da un assetto quotidiano ad uno extraordinario. Nelle diverse culture teatrali di tradizione orientale le mani acquistano significati come nei mudra indiani, oppure non significano nulla come nelle danze balinesi, mentre nella danza pura indiana si tende a ricreare il dinamismo della mano in vita.
Le nostre mani, e sopratutto le dita, cambiano in continuazione di tensione e di posizione sia quando parliamo - gesticolando - sia quando reagiamo per prendere, spingere, appoggiarci e accarezzare.
La mano dunque agisce, e agendo dice. Può dire una parola o un suono o un puro dinamismo vocale. Le mani raccontano.
Le 24 radici di Mudra nel teatro Kathakali
Mani nel teatro d'Occidente
Le mani sono state sfruttate non solo teatralmente ma anche per ingegni atti a creare una lingua universale sviluppando artificiosamente una codificazione dei gesti quotidiani, come fece il pioneristico Bulwer nel 1644 nella sua Chirologia dove raccoglieva più di 200 gesti delle mani provenienti dalla tradizione greca, romana ed ebraica con l'intento di formare una lingua comprensibile a tutti. Successivamente nel 1806 Gilbert Austin si rivolgeva con una Chironomia ad attori, danzatori, oratori e politici per indirizzarli verso una retorica codificata.
Questi sono stati alcuni dei tanti tentativi dell'Occidente per codificare i gesti delle mani, quelli in cui compare un esplicito interesse teatrale, per lo più teorico e letterale, sono pochi e raramenre influenzarono la pratica del teatro contemporaneo,  anche se sono stati codificati recentemente nel  teatro per sordomuti o come per esempio un vero e proprio Festival del Silenzio organizzato a Milano presso la Fabbrica del Vapore da Fattoria Vittadini; questo linguaggio per lo spettatore che non lo conosce può risultare affascinante proprio per la dinamica pura di queste mani che parlano nel silenzio.
I mudra della danza di Odissi
Mani nel teatro d'Oriente
Nel teatro orientale sono utilizzati gli Hasta Mudra,  i gesti delle mani il cui uso si ritrova descritto sin dai primi Veda. L'ingresso dei mudra nella danza nel periodo classico è descritto in diversi trattati sui quali si fondano i differenti generi della danza indiana cominciando dalla Bharata Natyam la forma più classica fino alla danza Odissi e ad altre forme meno note. Di solito i mudra hanno le stesse posizioni in tutte le forme di danza magari con nomi differenti e usi dissimili.
Ma la cosa che più curiosa di questo uso delle mani in teatro è il loro uso in relazione alle due principali categorie in cui si suddivide tutto il teatrodanza e le radici della stessa codificazione.
Nella danza interpretativa (nrytia) i mudra indicano letteralmente delle parole e raccontano.
Nella danza pura (nritta) i mudra hanno un puro valore decorativo.

Mani nello Yoga
Nella pratica dello yoga l'utilizzo dei mudra serve spesso per intensificare e dare valenza ad un lavoro specifico che si sta svolgendo. Ci sono mudra che aiutano a mantenere la concentrazione, altri che aiutano a rilassarsi,  altri ancora chi richiamo simboli ed energie lontane o assopite ecc. ecc.
L'impiego di questi gesti è testimoniato sin dai testi più antichi ed utilizzato non solo nella tradizione indiana ma anche cinese.
Nella pratica dello yoga, ogni gesto che si interpreta con le mani ha un chiaro significato e valenza simbolica. La prima azione che permette di fare un hasta mudra è di raccogliere, evitare ogni tipo di dispersione, la seconda armonizzare, la terza sublimare in direzione di una coscienza più alta.
 Non si tratta di gesti atti a mantenere una generica mobilità ed elasticità di queste appendici così importanti nella nostra vita, gli Hasta Mudra sono delle pratiche integrali, capaci di un’azione energetica molto profonda e sottile, che si manifesta a tutti i livelli, fisico, respiratorio e psichico.
Molti di questi gesti sacri si trovano nelle danze e nel teatro orientale, come abbiamo visto, cambia però la valenza e il significato ma comprendiamo che sono una pratica davvero antica, che grazie anche allo yoga ci è stato permesso di appropiarcene per ripercorrere delle dimensioni più sottili e cariche di valenze simboliche in grado di raccontare e metterci in connessione con qualcosa di lontano ma da sempre appertenente ai nostri archetipi. 


Dovunque la mano si muove gli sguardi la seguono, dove gli sguardi vanno il pensiero segue, dove il pensiero va il sentiemento segue, dove il sentimento va li c'è rasa.
(Nandikeshavara)


Bibliografia:
L'arte segreta dell'attore - E. Barba, N. Savarese
Mudra, lo yoga delle mani - G. Hirschi

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