Corporeità

Da quando sono approdata allo yoga il mio interesse si e'dirottato completamente sul corpo anche per quanto riguarda il mio sguardo al mondo del teatro (prima mi interessavo principalmente delle scenografie).

Corpo come strumento, corpo come essere nel mondo, corpo come comunicatore, il corpo attoriale. Essere corpo.

Sto quindi attraversando una fase, tutta mia, su degli approfondimenti di natura antropologica della scena, grazie alle interviste che ho raccolto sull'utilizzo dello yoga nel teatro (potete leggere tutti gli arretrati sui post qui sotto), che mi ha aperto una finestra in realtà sul concetto di stare nel corpo molto più articolato che alla semplice analisi scenica.

Oggi volevo proporvi uno dei tanti libri che ho iniziato a studiare/leggere (e non ancora finito) che parla di corpo. Condividendo con voi alcuni spunti che citerò del libro.


Oxford Science Archive/Heritage Images

Il libro si intitola "Il corpo e il cosmo" di Paolo Godoni, ed e una interessante ricerca "archeologica" sull'uso del corpo sin dalle antiche testimonianze storiche e del concetto in se di corpo e di come la nostra esperienza del mondo sia data dal rapporto che abbiamo con lui e con i nostri sensi che ci relazionano con l'esterno. L'autore ci dice che c'e' metafisica ogni volta che il corpo viene pensato come espressione del cosmo e, questa, come definizione, ha un certo senso per noi amanti della cultura yogica/ indiana.

Allo stesso tempo ha una certa rilevanza, per tutti coloro che "usano" il corpo per comunicare e trasmettere qualcosa (dall'attore, al performer, al danzatore, il musicista ) in quanto tenta di essere un ponte di comunicazione tra il mondo che si incarna il mondo che li circonda e che vogliono restituire attraverso il gesto e le movenze al pubblico.

Ma continuando con le "definizioni" ne cito alcune interessanti:

Nel commento dell' Eneide di Virgilio si chiama corpo tutto cio che può essere visto, anche le ombre dunque.

Gli epicurei chiamano corpo tutto cio che può essere toccato e soggetto dello sguardo.

Alcune ricerca etimologiche testimoniano che c'e anche la possibilità di intendere il corpo anche in termini di forma e di bellezza, infatti si può indicare con termine corpo, non solo qualcosa di vivente ma anche la figura e l'apparenza di un essere.

Corpo come entità sostanziale e come luogo proprio dell'essenza dell'uomo.

Per esempio i Greci e i Latini pensano al corpo come un sostegno, uno strumento, che va comunque curato, come diceva Plotino "il corpo va curato come fa il musico che per suonare al meglio si impegna ad accordare lo strumento". Il corpo doveva essere certo, continuamente spronato ma anche nutrito e preservato in salute.

Con i Cristiani invece, il corpo va maltrattato, fatto soffrire, appare di poco conto, al fine di elevarlo al rango superiore che gli attribuivano, ma in realtà l'anima cristiana pare essere ossessionata dal corpo perché ne ha fatto la sua unica dimora.

Nell'utilizzo del corpo, se pensiamo anche nella body art, nelle performance (per esempio per citare una "sconosciuta" una Marina Abramovic) ne potremo parlare per ore del suo utilizzo, certe volte l'intento e' di portare il corpo a vivere ad un certo limite, renderlo più forte o debole, più soggetto allo sguardo indagatore del pubblico e si conseguenza  divenire un "opera d'arte", che come abbiamo visto, per gli antichi l idea del corpo era rivolta a qualsiasi cosa avesse una forma e su cui riporre lo sguardo, dunque anche l 'opera d'arte e' un corpo.

Quindi se pensiamo al corpo oggi - nella performance, nell'arte, nelle arti sceniche in generale, anche nello stesso yoga - serve per raccontare, per ritualizzare, per sancire un legame tra ciò che e' un vissuto interno e  la sua relazione con l'esterno. 

Voi che rapporto avete con la vostra corporeità? e cosa intendete quando dite "corpo"? siete un corpo o avete un corpo?

Il corpo e il cosmo che ci circonda





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