IL FUOCO ERA LA CURA | SOTTERRANEO
Il Fuoco era la cura e’ stato il mio primo spettacolo del nuovo anno visto al Teatro Astra di Vicenza all'interno della stagione teatrale Terrestri. Felice della scelta e in qualche modo di aver aspettato fino ad oggi per ritornare in platea, sapevo che nn sarei stata delusa.
Ultimamente quando vado a vedere qualcosa non sono molto coraggiosa, tendo a selezionare compagnie che gia’ conosco, di cui ho gia’ visto qualcosa, alle volte un po come quando si esce a cena, e non volendo rischiare “brutte sorprese” si torna al solito locale o comunque in posti dove ti sei trovat* bene.
Ecco il mio rapporto col teatro ultimamente e’ cosi, so che forse e’ sbagliato, cosi facendo mi precludo altre magari notevolissime compagnie e pregevoli lavori rivoluzionari, credo anche che ormai tutto si e’ visto negli anni e posso dire con una certa sicurezza che i Sotterraneo e’ tra le piu’ innovative, fresche e talentuose della scena contemporanea, con un bagaglio stratificato di lavori con cui, in qualche modo, sono cresciuta dal lontano 2008 fino ad oggi.
Mi sono affacciata, infatti, alla platea e al mondo teatrale in quel periodo e lo facevo in ottima compagnia, con gruppi allora emergenti, di questo livello, dite un po se non sono stata fortunata.
Cosi, venerdi sera, mi e’ sembrato di tornare un po al mio ristorante preferito, desiderosa di conoscere la nuova portata del menu’ .
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foto Masiar Pasquali |
Il Fuoco era la cura , liberamente tratto dal libro di Fahrenhait 451, pubblicato nel 1953, descrive un futuro distopico in cui è vietato leggere, schermi costantemente accesi alienano il tempo libero delle persone e il tentativo di pensare causa malessere fisico. I pompieri non devono più spegnere incendi, bensì bruciare i libri e se necessario i loro possessori. Il romanzo è ambientato negli anni ’20 del XXI secolo, cioè oggi. Da qui parte lo spettacolo di Sotterraneo che rilegge liberamente Fahrenheit 451, chiedendosi quanto la profezia di Bradbury possa considerarsi realistica alla luce di quanto avviene nel nostro presente.
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foto Masiar Pasquali |
Risulta un opera, quella dei Sotterraneo, importante e stratificata, come spiega la compagnia:
«cinque performer ripercorrono la storia del romanzo, si identificano coi personaggi, si muovono in senso orizzontale mappando i coni d’ombra, le cose che Bradbury non ci spiega o non ci racconta, creando linee narrative parallele, costruendo anche le cronache di un tempo intermedio fra il nostro presente e un futuro anticulturale in cui l’istupidimento ci salva dal fardello del pensiero complesso».
Lo spettacolo affronta con la consueta ironia e intelligenza tagliente, tipiche della crew, questioni spinose e pone interrogativi scomodi, facendo riflettere molto e a lungo sulla nostra condizione odierna. Il libro pur essendo stato scritto negli anni 50 e rientrante nel genere “fantascientifico” descrive un futuro distopico, che sembra non essere troppo distante dal nostro, i libri vengono bruciati per impedire il diffondersi di idee sovversive e del libero pensiero, per evitare che la gente pensi con la propria testa e per far si, dunque, che non si pensi molto.
Il non pensare era associato all’idea di benessere.
Sotterraneo ci racconta nel suo modo unico il romanzo e allo stesso tempo situazioni parallele che non ci vengono narrate nel libro, con continui andirivieni dal passato (il presente del libro) al futuro che quella distopia descritta ha lasciato. Lo racconta attraverso una drammaturgia del corpo estremamente pop e cinematografica (i movimenti velocizzati, le scene a rallentatore, i fermo immagini con il racconto fuori campo), pur trovandosi su un palco spoglio, se non condito da pochi essenziali elementi (5 sedie, due schermi e un cono proiettore), la scena era resa magistralmente dai 5 performer, dai suoni che creavano le ambientazioni e i fatti, dalle musiche associate ai titoli di libri (peccato non avere avuto carta e penna per appuntarseli) dandoci la possibilità' di vederle come se ci fossero davvero.
Il Fuoco era la cura fa ridere, sorridere e allo stesso lascia l’ amaro in bocca, fa riflettere e preoccupare allo stesso tempo, è uno spettacolo colto, senza voler essere altezzoso, è un lavoro leggero nei toni ma che indaga il profondo, come tutti gli spettacoli è un viaggio, questa volta ci porta in un futuro che assomiglia troppo al nostro presente e diventa cosi un “campanello di allarme” per tutti.
IL FUOCO ERA LA CURA
iberamente ispirato a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury,
creazione Sotterraneo,
ideazione e regia di Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa,
con Flavia Comi, Davide Fasano, Fabio Mascagni, Radu Murarasu, Cristiana Tramparulo,
scrittura di Daniele Villa, luci di Marco Santambrogio,
abiti di scena di Ettore Lombardi, suoni di Simone Arganini,
coreografie di Giulio Santolini, oggetti di scena di Eva Sgrò,
tecnica Monica Bosso amministratrice di compagnia Luisa Bosi,
produzione Teatro Metastasio di Prato, Sotterraneo, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con il sostegno di Centrale Fies / Passo Nord, residenze artistiche Fondazione Armunia, La Corte Ospitale, Centrale Fies / Passo Nord, Sotterraneo è Artista Associato del Piccolo Teatro di Milano,
fa parte del progetto Fies Factory ed è residente presso l’ATP Teatri di Pistoia,
Vicenza, Teatro Astra, 21 febbraio 2025
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