La danza senza gravita' di Yoann Bourgeois art company e Patrick Watson per la Biennale Danza
Meraviglia e poesia, sono questi gli elementi che rimangono costanti per tutta la durata dello spettacolo, se avrete occasione di vedere dal vivo il lavoro della compagnia Yoann Bourgeois art company, accompagnato dalle musiche di Patrick Watson.
In una Marghera desolata di fine luglio, tra cantieri e fabbricati lasciati vuoti dai lavoratori, ci addentriamo in questo edificio imponente, che accoglie circa 300 posti a sedere e un palcoscenico spaziale, in via dell'Idrogeno, che costeggia la banchina portuale. La Biennale Danza ci porta in un territorio inconsueto, ricordandoci che spesso la bellezza si nasconde nell'inaspettato.
Inizia da li, dal buio in sala, il suono e la voce di Patrick Watson, che ci introducono in questo immaginario mondo fatto di scale, scivoli, pavimenti scorrevoli, tavoli e sedie che si scompongono e ricompongono, vasche d'acqua, piattaforme girevoli e tappeti elastici. Un agglomerato di legno, una struttura sofisticata di ingranaggi che si compenetrano e che danno vita al movimento della scena e anche degli stessi danzatori.
Lo spettacolo si suddivide su sei blocchi scenici, in ognuno di questi momenti il danzatore indaga col corpo la struttura della scenografia, mettendosi in relazione con lo spazio e il movimento prodotto dalla scena stessa. Guardo il palcoscenico e ci ritrovo i vecchi carillon, le vecchie marionette di legno portatili che andavano molto di moda quando ero piccola e i quadri di Escher. I danzatori sembrano fatti di una sostanza che non sembra materia del corpo, non sembrano nemmeno "umani", ricordano degli ingranaggi, dei pupazzi, delle "marionette" con in aggiunta la morbidezza della gommapiuma e la leggerezza.
Tutto lo spettacolo trasuda leggerezza, poeticità'e, allo stesso tempo, geometria, matematica e precisione.
Un corpo leggero e saldo, nelle direzioni, in un gioco continuo tra la gravita', l'assenza del peso e lo spazio. Si potrebbe stare li, ore, seduti a guardare questo mondo che prende vita davanti a noi, un mondo che mi piacerebbe abitare, con facoltà' che vorrei avere, una risposta alla vita: se si cade nn ci si fa male, si impara a danzare con le forze contrare, con gravita' opposta e le direzioni divergenti e da esse si acquistano nuove abilita', poteri, e inedite possibilità' di abitare lo spazio|vita.
Lo spettacolo costruisce una relazione costante e sospesa tra la danza, teatro fisico e l'installazione performativa; sopra a tutto la musica, che crea la punteggiatura sospesa dei corpi nello spazio, da un intenzione e avvolge lo spettatore. Il lavoro nasce durante la pandemia, da un’urgenza: raccontare un mondo ferito, instabile, profondamente inquieto.
Yoann Bourgeois riesce a raccontarlo con una inedita delicatezza e una rara bellezza, che a vederla commuove e rende altamente sensibili alla vita in tutta la sua fragilita'.
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