Sulle tracce di Animal Spirits_ Mali Weil
”La maggior
parte delle nostre decisioni di fare qualcosa
può essere considerata
il
risultato di animal spirits,
una spinta spontanea all'azione
piuttosto che
all'inazione.
”
John M. Keynes
“Cos’è una strategia?
L’Animal ci pensò un po’. Poi rispose: è una via di mezzo tra
una vecchissima abitudine e un’idea molto brillante su come risolvere un
problema”.
Una prima azione: togliersi le scarpe.
Creare un contatto con la terra, un contatto in qualche modo
primitivo, che può disorientare o rafforzare, che ti fa sentire, proprio in
quell’istante, una preda o un predatore.
Chi sei?
Cosa fai?
Sei pericoloso?
Domande all’apparenza facili, chi non sa chi è? Ma in realtà
diventano domande scomode, perché se fatte in modo diretto lasciano spiazzati,
il cervello un po’ annaspa e vai alla ricerca della risposta meno probabile.
Il concept store Animal Spirit dei Mali Weil (collettivo
composto da Elisa Di Liberato, Lorenzo Facchinelli e Mara Ferrieri),
all’interno del CRT-Triennale di Milano, è uno spazio bianco: pareti bianche, a
terra moquette bianca, corna e ossa di animali appese al soffitto,
video/installazioni che richiamano fortemente la natura e l’azione. In circa
mezzora (si è dotati di un cronometro che suonerà alla fine del tempo per
ricordare che bisogna abbandonare lo spazio) il visitatore, dopo essere stato accolto con un drink (a scelta se una grappina, infuso alle erbe oppure latte di mandorle) è libero di girare
all’interno del concept store e di conoscere e individuare il proprio animal
spirits – ossia la forza innata che lo spinge ad agire - partendo principalmente
dalla domanda di base: “Sei una Preda o un Predatore?”
C’è poco tempo per rispondere, la prima risposta, quella più
istintiva è la più attendibile, non c’è spazio per pensare, l’istinto è il conduttore
del gioco.
Definita la propria “natura” iniziale si continua a conoscere il
resto: la propria strategia, la personale abilità, il proprio modo di agire in
branco, la capacità che si vogliono potenziare; la cosa interessante di questo spazio è che oltre a riscoprire l’individuale natura o strategia, attraverso
un coinvolgimento diretto col performer (quindi si è attivi e interattivi in
questo “territorio di caccia”), c’è l’occasione di acquistare dei prodotti che
sono in vendita realizzati da una crew di giovani designer ai quali il gruppo
ha chiesto di interpretare il “mindstyle animal spirit”. Si ha la possibilità
di incontrare e parlare con i designer, conoscere la linea di prodotti che
hanno ideato e, se si vuole, portarsi a casa un pezzo unico e fatto su misura
come le linee di The Armour e Instinct di
Liviana Osti, oppure i particolari Space
Toys disegnati da Luca Bertoli o i Sounds
Imaginaries for the hunt di Elettra.
Un’esperienza unica nel suo genere che unisce l’aspetto
performativo, con l’aspetto più “commerciale” rivolta allo “shopping” (quindi l'arte che si autoalimenta da sola), a quello più personale legato a questa
totale immersione alla scoperta, alla ricerca o al ritrovare, il proprio dark
heart, il proprio modo di agire nelle situazioni difficili, nel lavoro, nel
territorio, all’interno nella civiltà. Scoprire la propria azione.
Il tempo sta per terminare, manca ancora 1 minuto e 22 secondi,
mi guardo ancora un po’ attorno, cerco di memorizzare il più possibile di
quello che vedo, invidio un po’ le persone che stanno entrando ora all’interno
dello spazio e mi domando se ho utilizzato al massimo questa esperienza.
Abbandono il concept store, ritrovo la persona che mi ha fatto le prime tre
domande iniziali e mi chiede di fargli vedere le risposte che ho dato durante la
performance, ottengo cosi la lettura del mio Animal Spirit:
Sono una preda, uso la strategia del ragno per trasformare il
territorio, sono pericolosa perché so aspettare.
Ricordati sempre chi sei.
Se vi ho un po’ incuriosito, v’invito a leggere l’intervista fatta a Mali Weil!
StayAnimalSpirit
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