Le donne belle del teatro - Chiara Bersani: per un corpo poetico

Porto avanti su ScatolaEmozionale un progetto che ho curato per una piattaforma che purtroppo oggi non è più operativa. L'idea è quella di raccontarvi il teatro attraverso il contributo delle donne del teatro e della danza, particolari per il loro modus operandi, per la loro storia e la loro diversità che le ha contraddistinte.

Oggi pubblico questo pezzo che doveva vedere la luce diversi mesi fa.

Vi racconto di una donna bella del teatro molto contemporanea, che ha fatto della sua “diversità” una qualità trasformativa per eccellenza. Lei è Chiara Bersani, attrice e performer classe 1984, nota per la sua ricerca teatrale, ad oggi si è affermata con la vittoria al premio Ubu 2018 come migliore attrice/performer under 35.
Questo che trovate qui sotto è il suo discorso al ritiro del premio, una riflessione molto efficace sulla diversità. Ve lo riporto tutto, perchè possiate leggerlo, coglierne la poesia e la speranza per un mondo migliore che possiamo costruire.
“Se dovessi raccontare come mi sento ora, mentre provo ad organizzare i pensieri in un breve discorso, mi vengono in mente gli astronauti quando si avvicinano alla luna, o almeno come io li immagino in quel momento: confusi, euforici e un po’ soli.
Loro sanno che pochi altri uomini li hanno preceduti su quel satellite. Sanno di essere un’eccezione perché la norma vuole che i corpi come i loro restino sulla terra e sulla terra camminino e vivano.
Se i corpi degli astronauti sono arrivati sulla luna è perché molte persone prima di loro li hanno immaginati là e hanno fatto il possibile per mandarli.
Se io, con il mio corpo disabile oggi sono qui, a ricevere un riconoscimento così prezioso, è perché qualcuno da chissà quanti anni ha iniziato lentamente a smussare gli angoli di un intero sistema. Se il mio corpo è qui è grazie a tutti i maestri che hanno scelto di accogliermi come allieva anche se questo significava adattare i loro metodi ai miei movimenti. È grazie ai registi, ai coreografi, ai curatori, ai colleghi attori e performer che hanno abbracciato la specificità della mia forma. È grazie a chi inizialmente non era d’accordo e poi ha cambiato idea.
Quando gli astronauti sono arrivati sulla luna hanno messo una bandierina, volevano segnare una conquista: quello era il punto più lontano nell’universo raggiunto dall’uomo.
Anche io oggi vorrei mettere una bandierina qui ma non per fissare un punto d’arrivo. La mia bandierina vuole essere una linea di partenza perché io non voglio più essere un’eccezione!
I premi servono ad aprire questioni e io vorrei che si iniziasse a riflettere in maniera più strutturata sull’importanza di rendere veramente accessibile la formazione per attori e performer anche a corpi non conformi. Vorrei che sempre più autori, curatori, registi e coreografi iniziassero a vedere nella variabilità della forma un potenziale e non solamente un rischio. Vorrei che si uscisse dal pensiero narrativo – naturalistico per cui uno spettacolo contenente un attore appartenente ad una qualsiasi minoranza debba necessariamente affrontare tematiche relative ad essa.
Oggi desidero leggere questo premio come un’assunzione di responsabilità da parte del teatro italiano nei confronti di tutti quei corpi che per forma, identità, appartenenza, età, provenienza, genere faticano a trovare uno spazio in cui far esplodere le loro voci
”.

 
                                                          credits: Piero Tauro
Chiara ha un corpo che racconta un vissuto peculiare e unico, una fisicità che si nota e che si fa portatrice di una volontà, quella di poter essere veicolo di dialogo, di forma e sostanza che rappresentano un percorso artistico, personale, autentico. Come dice lei nel suo discorso, chissà quanti prima hanno tentanto di smussare le ovvietà, i limiti, le "buone" forme adeguate agli standard. Il conformarsi che si fa quaotidianmente agli altri, alle situazioni, per essere uguali, sempre in costante ricerca di una possibile perfezione. Ma che cos’è la perfezione? Esiste davvero? Il portarsi sempre in paragone a chi ha di più o meno di noi, al sentirsi inadeguati nella forma, spesso nella sostanza, a sentirsi fuori luogo, e non congrui al sistema. Penso che spesso siano gli standar sociali che "uccidano" la nostra unicità e grazie anche a questo premio e al lavoro e alla tenacia di Chiara - e di con lei ha saputo lavorare non ponendo nessuna limitazione o paletto -  un po, questi standard, sono stati abbattuti, smussati e ammorbiditi.
Lungo è il suo curriculum artistico, ha collaborato in qualità di attrice / performer con importanti realtà della scena contemporanea europea tra cui:
Lenz Rifrazioni (IT), Alessandro Sciarroni / Corpoceleste_C.C.00 (IT), La Tristura (E), Rodrigo Garcia (E), Jérôme Bel (FR), Babilonia Teatri (IT).
Nel 2016 ha avviato un progetto di co-creazione con il coreografo Marco D’Agostin basato sulla rispettiva vicinanza politica, etica e artistica. La prima creazione, The Olympic Games viene supportata a livello internazionale con la co-produzione tra K3 | Kampnaghel (Hamburg) e il progetto europeo BeSpeectACTive!
Affetta da una forma medio-grave di Osteogenesi Imperfetta si interessa al significato politico dei corpi avviando nel 2013 un progetto di ricerca articolato in tre esperimenti performativi che verranno presentati al pubblico tra l’Agosto 2015 e il settembre 2016: Tell Me More (performance con un coro di 8 voci maschili), Miracle Blade (movie con una famiglia disfunzionale) e Goodnight Peeping Tom (performance con un giovane uomo, una giovane donna, una persona disabile, una porno attrice, un transgender ). Il suo ultimo lavoro è un primo assolo: Gentle Unicorn che ha debuttato a Santacercangelo Festival a luglio e successivamente a RomaEuropa Festival 2018.
 

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